Gran premio dell’autodromo di Monza | |||
![]() |
Si tratta sicuramente di uno dei più bei manifesti prodotti per lo sport automobilistico di tutti i tempi.
Max Huber |
||
Max Huber è nato a Baar nel 1919 ed è morto a Mendrisio nel 1992. Formatosi come incisore a Zurigo, si interessa all’immagine fotografica e alle avanguardie artistiche dell’epoca, soprattutto a quelle tendenti all’astrattismo. Si stabilisce a Milano nel 1940 ma, a causa della guerra torna in Svizzera dal 1941 al 1945. Rientrato a Milano, vi ha svolto una intensa attività come grafico e progettista. Suo è il logotipo de "la Rinascente", ha lavorato per Einaudi, Olivetti, Esselunga, Feltrinelli. |
![]() |
||
Max Huber in una famosa fotografia scattata da Tomas Maldonado nel 1948 | |||
![]() |
Tutto, nel manifesto, suggerisce dinamismo e velocità. Anche le scritte, grazie alla loro forte accentuazione prospettica, stanno ad indicare che la velocità è di casa. L'intero impianto geometrico: rette, lettere dell'alfabeto e forme ellittiche sono frutto di un accuratissimo disegno manuale, all'epoca nessun ausilio informatico era disponibile. |
||
![]() |
Lo stile di Max Huber è visibile anche in questo manifesto prodotto per la General Motors di Bienne. |
![]() |
|
Anche nella pubblicità per Borsalino possiamo ritrovare caratteristiche già viste nel manifesto per l'autodromo di Monza: la sovrastampa in trasparenza dei colori. In questo caso si tratta proprio del terzetto dei colori primari. |
|||
Max Huber General Motors Suisse SA 1937 |
Max Huber Borsalino 1949 |
||
argomenti correlati:
|
peso visivo delle diagonali sintesi sottrattiva |