LE TECNICHE GRAFICHE

Si possono tracciare dei segni su una superficie in molti modi, ma non tutti gli strumenti consentono di operare con efficacia e non sempre le immagini si conservano nel tempo.
Nel corso dei secoli alcune pratiche si sono consolidate e sono stati sviluppati molti materiali tecnicamente sofisticati con i quali gli artisti creano le loro opere.
Honoré Daumier, 1882 Scena di sommossa - penna e inchiostro
Peter Paul Rubens, 1623c Dama d'onore dell'infanta Isabella - sanguigna e matita nera
Leonardo da Vinci, 1490c Studio di cavalli - matita d'argento su carta
Piet Mondrian ,1908-09 Crisantemo - carboncino

la matita

La matita è lo strumento più semplice e diffuso per disegnare.
La grafite, un minerale molto simile al carbone e composto di solo carbonio, era conosciuta e usata da tempo, ma il tratto ottenuto dipendeva dalla qualità del materiale.

La matita come la conosciamo oggi è stata prodotta a partire dalla fine del 1700.
È stato Conté, in periodo napoleonico, a brevettare il procedimento di fabbricazione che consiste nel polverizzare la grafite, mescolarla con l'argilla e cuocerla ad alta temperatura.

Esistono matite di molti tipi: si va da quella tradizionale con la mina inserita in un bastoncino di legno di cedro fino alle punte di 0,3 mm per i portamine.

La percentuale di argilla presente nell'impasto determina la durezza della mina e la caratteristica del segno risultante: meno ce n'è, più la punta è morbida ed il segno risulta scuro.
La scala britannica della durezza delle matite comprende venti gradazioni
Jean-Auguste-Dominique Ingres, 1815
La famiglia Lethiere
Amedeo Modigliani, 1916 Donna seduta
Giovanni Boldini,1899
Gondole in laguna a Venezia

il carboncino

Il carboncino è un pezzettino di vegetale che è stato completamente disidratato mantenendolo a lungo ad alta temperatura.
Solitamente si usano rametti di salice, di vite, di tiglio o di altre piante.

Il segno che se ne ricava è di un colore nero molto intenso ma, essendo costituito essenzialmente di polvere, aderisce poco ai supporti e può essere sfumato in gradazioni molto delicate.
Oltre ai semplici bastoncini è possibile trovare il carboncino sotto forma di matita o come agglomerato di polvere pressata.

Per schiarire le zone cosparse di polvere si usa una gomma molto morbida chiamata gomma pane.
Le sfumature possono essere create con cilindro di carta morbida, lo sfumino.
Per evitare che il disegno vada perso e la polvere si stacchi si usa un fissativo a spruzzo.
Henri Toulouse-Lautrec, 1882 La rammendatrice
Gustav Klimt, 1885-86 Ritratto di bambino
Edgar Degas, 1900c Cavallo impennato al galoppo

la sanguigna

Il termine sanguigna è stato introdotto nell'Ottocento per differenziare questo strumento grafico dalle comuni matite di grafite.

Le sanguigne vengono anche chiamate "crete": si tratta di una traduzione impropria del termine francese craie.

Il colore rosso, più o meno acceso o tendente al marrone deriva dal minerale calcareo che è composto in gran parte di ossidi di ferro.
La sanguigna è disponibile sia sotto forma di bastoncino a sezione quadrata che viene formato pressando la polvere, sia come mina di matite in legno.

La durezza è superiore alla grafite e la resa del chiaroscuro è inferiore rispetto al carboncino.

In passato la sanguigna è stata molto usata a partire dal periodo rinascimentale.
Leonardo l'ha usata con una certa frequenza, mentre Rubens, nel Seicento, l'ha spesso usata assieme alla grafite.
Raffaello,1518-20 Madonna con Bambino
Michelangelo, 1504 Studio per ignudo
Guido Reni,1620 Testa di Cristo

l'inchiostro

L'inchiostro più utilizzato per disegnare è quello di china che ha origini asiatiche.
L'uso dell'inchiostro è antichissimo ed è stato legato soprattutto alla scrittura di ogni documento del passato.
In Oriente, fin dai tempi antichi, ogni artista si prepara il suo inchiostro in modo artigianale.
Pennini in acciaio e canna di bambù
La ricetta per produrlo è semplice: occorre del nerofumo (è la fuliggine che si forma bruciando il legno), dell'acqua e della gomma arabica (la resina di acacia che l'industria dolciaria usa anche nella produzione di caramelle).
La china può essere utilizzata con il pennino o con il pennello, sia densa, sia diluita con l'acqua.
Vincent Van Gogh, 1888 Barche in mare, Saintes-Maries-de-la-Mer
Rembrandt, 1655 Ragazza addormentata
August Macke, 1912 Al giardino zoologico

i pastelli

Il termine deriva ovviamente da "pasta" e sta ad indicare che, per produrre questi materiali, occorre impastare i pigmenti con un legante che può avere varia natura e consistenza.

Esistono pastelli gessosi, ad olio, a cera ecc.
La loro durezza, e quindi la qualità del segno, dipende dalla quantità di legante che è stata impiegata per formarli.
I pastelli ad olio sono piuttosto morbidi e risultano facili da stendere sul supporto.
È consigliabile usarli su un cartone telato.
Come diluente, e per ottenere effetti di tipo pittorico, si utilizza essenza di trementina.

Oggi sono molto diffusi i pastelli idrosolubili, che si possono diluire con l'acqua, poiché il legante dei pigmenti è costituito da gomma arabica.
Jean Siméon Chardin,1771 Autoportrait aux besicles
Odilon Redon, 1912 La nascita di Venere
Henri de Toulouse-Lautrec, 1890
Danseuse assise au bas rose

la penne a sfera

La penna a sfera non è uno stumento legato alla tradizione del disegno e delle arti.
È stata inventata per scrivere in modo indelebile e per essere una alternativa alla penna stilografica.

La punta metallica contiene una sfera che, quando viene strofinata sul foglio, rilascia una piccola quantità di inchiostro denso.
Esistono penne a sfera con inchiostri di tutti i colori, anche se i più diffusi sono il blu ed il nero.
Alighiero Boetti, 1973 Mettere al mondo il mondo

Proprio per l'estraneità di questa penna al mondo delle arti alcuni artisti l'hanno utilizzata per creare opere che talvolta, soprattutto per le dimensioni dei supporti, risultano davvero impressionanti.
Juan Francisco Casas, 2008